Val di Funes (Alto Adige)

Stimolati da un articolo sulla rivista Plein Air, decidiamo di passare il periodo Pasquale in pieno relax in Val di Funes, una valle parallela alla Val Gardena, che però non ha ceduto alle lusinghe del turismo di massa, puntando invece su un differente tipo di turismo composto da chi pratica sci da fondo, escursionisti e sci-alpinisti.

Carta_dei_Sentieri

La valle si raggiunge dalla A22, l'autostrada del Brennero, uscendo al casello di Chiusa. Proseguendo poi verso Bressanone, dopo pochi chilometri di trova l'indicazione per Funes, raggiunta la quale bisogna proseguire fino all'abitato di Santa Margherita. La strada poi prosegue restringendosi ed aumentando di pendenza, fino a portarci, dopo un paio di tornanti a Malga Zannes, dove finisce la strada.
 
Le possibilità di sosta offerte per i veicoli ricreazionali sono limitate al (PS) nel parcheggio di Malga Zannes, gratuito nei periodi invernali, a pagamento d'estate. Non ci sono alcun tipo di servizi, quindi il consiglio è quello di arrivare con il pieno di acqua potabile, e con i serbatoi di scarico vuoti, per godervi un soggiorno immersi nella natura.
Il carico e scarico sono possibili nell'Area Attrezzata (AA) a Chiusa. Adiacente e gestita dal Campeggio Gamp, offre carico/scarico e allaccio elettrico a 14€ al giorno.
 
Adiacenti al Parcheggio di Malga Zannes, ci sono due possibilità di gustare le prelibatezze locali, o di rifocillarsi al ritorno da un'escursione, con dello strudel accompagnato dal vin brulè o da un tè bollente:

Malga-Ristoro Zannes

Aperta tutto l'anno, eccetto il mese di novembre, offre poche ma ottime possibilità di placare lo stomaco, che vanno dalla zuppa di farro con verdure e speck, a speck e formaggio e così via. E' anche possibile trovare vario materiale informativo che illustra le varie attività che si possono effettuare, e l'elenco delle escursioni, così come una cartina semplificata dei sentieri e dei rifugi.
Presso la malga c'è anche la possibilità di noleggiare ciaspole e slittini.

Malga Zannes

Chiusa da febbraio a maggio, oltre al cibo, offre anche, ma solamente in estate, possibilità di pernottare.
 
Il luogo si presta, come abbiamo detto, ad escursioni immersi nella natura, rese ancora più affascinanti (e difficili) dalla presenza della neve d'inverno, cosa che rende necessario l'uso delle ciaspole e dei bastoncini: ma non vi preoccupate, anche se non siete pratici, non ci vuole tanto a prendere confidenza, ed il personale dei rifugi si è sempre dimostrato disponibile e prodigo di consigli. E se non siete contenti e volete dare sfogo al fanciullo che è in voi, potete sempre noleggiare uno slittino, fare la prima parte dell'escursione (in salita) a piedi, per poi tornare indietro sulla pista da slittino.
Noi, visto il periodo quando la neve cominciava a scarseggiare, abbiamo optato per un approccio soft e graduale che ci ha portato a visitare gli ambienti incontaminati della valle, ed a godere degli splendidi panorami.

Malga Tschantschenon


Sentiero
Il primo giorno abbiamo fatto un percorso ad anello che dal parcheggio di ci ha portato sulla strada forestale che passa accanto a Malga Zannes. Il dislivello non e' mai eccessivo, e si segue il sentiero che sale dolcemente fino a Malga Tschantschenon. Prima di arrivare alla malga però, visto che il tempo stava cambiando e nuvole cariche di pioggia si stavano addensando, arrivati al ponte ed al bivio con il sentiero che porta a Malga Gampen, con il segnavia n. 35, abbiamo deciso di tornare indietro. Il percorso di rientro seguiva il sentiero lungo la riva destra del fiumiciattolo fino al punto di partenza. Il percorso non e' impegnativo, e non presenta particolari difficoltà anche con la neve. Certo in pieno inverno si renderà necessario l'uso delle ciaspole, specie nell'ultimo tratto vicino al ponte. Nel periodo pasquale, invece, e' stata necessaria solamente un po' di cautela, e l'uso delle ghette.
 

Col di Poma

Il secondo giorno, partiti con il pranzo al sacco, la meta era Malga Gampen. Si prende la strada forestale che comincia subito ad inerpicarsi partendo al lato della Malga-Ristoro. Il primo pezzo serve a rompere il fiato, ma poi il pendio diventa più docile e costante, fino ad offrirci le prime vedute della valle e delle due malghe che ci siamo lasciati alle spalle alla partenza. Occorre fare attenzione perché il primo tratto e' comune sia al sentiero escursionistico che alla pista da slittino, ma poco dopo i due percorsi si dividono nettamente seguendo due strade distinte ben segnalate. Il tragitto si inerpica tra boschi silenziosi dove l'unico suono viene emesso dai vari uccelli che li popolano, o dal vento che fluisce tra le fronde innevate. Non e' raro scorgere sulla neve incontaminata, a mano a mano che si sale, l'impronta di un coniglio o di qualche scoiattolo.

Gruppo_Odle
Ma ecco che ad un tratto, proprio quando gli alberi cominciano a diradarsi, ci appare di fronte in tutta la sua bellezza il gruppo delle Odle, con il Furchetta ed il Sass Rigais che si stagliano nel cielo blu, e più in basso una coltre di neve bianca ad avvolgerli, giusto laddove il pendio comincia a farsi meno scosceso.
Non pensiate di essere arrivati, anzi rifocillatevi lo spirito e le forze perché il bello deve ancora venire. Se il tempo e' stato clemente e siete in estate, tanto di guadagnato, ma altrimenti sarà meglio che abbiate rispolverato le vostre ciaspole. Poco dopo la semicurva, il sentiero sale dritto verso un pino solitario a forma cilindrica, e subito dopo aver lasciato sulla sinistra la pista riservata agli slittini, si comincia a sprofondare nella coltre di neve che si fa più alta e soffice. Raggiunto il pino, il sentiero gira sulla sinistra lungo una recinzione, per poi arrivare sull'altopiano che ci lascia intravedere la nostra meta: Malga Gampen.
Per il ritorno o si torna per la stessa strada dell'andata o, nel caso sia chiusa, per la pista degli slittini.

Passeggiata Adolf Munkel

Per l'ultima escursione della serie, decidiamo di fare un giro panoramico che ci porti ai piedi del gruppo delle Odle, per poi seguire il tragitto a mezza costa, la cosiddetta Passeggiata Adolf Munkel, e tornare poi indietro fino al punto di partenza. Iniziamo dirigendoci verso Malga Zannes, e superandola, si prende la strada forestale che avevamo preso il primo giorno, fino ad incontrare la deviazione sulla sinistra per Malga Glatsch. La strada prosegue tranquilla fino alla malga, che rappresenta un altro punto di ristoro, nei periodi di apertura.
Da qui il sentiero sale sulla sinistra per poi infilarsi nuovamente tra gli alberi, deviare a scendere lievemente sulla destra, sempre segnalato con i classici segnavia. Poi prosegue sempre a mezza costa fino ad uscire definitivamente dal bosco e salire fino alla base del gruppo delle Odle. Purtroppo per noi, arrivati ad in certo punto, lasciato il bosco, proprio quando la segnaletica cominciava a farsi più rada, sono cessate le impronte degli escursionisti precedenti, che erano tornati indietro, e quindi abbiamo preferito tornare indietro, non avendo punti di riferimento e non avendo mai fatto prima la traversata.
Tornati quindi a Malga Glatsch, abbiamo deciso di continuare comunque la nostra escursione scendendo a Malga Dusler, per poi tornare al punto di partenza chiudendo il giro. La prima parte del percorso e' prevalentemente in discesa, sempre immersi nel bosco, e seguendo sia i segnavia, che le frecce, non ci dovrebbe essere alcun problema a trovare la strada. Una volta giunti a Malga Dusler, le possibili strade sono 2: un primo sentiero che prosegue da dietro la malga stessa e porta al parcheggio di Malga Zannes, addentrandosi nel bosco e seguendo uno stretto sentiero a mezza costa, oppure al strada forestale che parte proprio dalla malga. Quest'ultimo tragitto risulta leggermente più lungo ma più comodo, e porta anch'esso al suddetto parcheggio. Considerate che alla fine i tempi di percorrenza si equivarranno, quindi vi conviene adottare la soluzione che più si addice al momento.